21.11.12
Il dst non è solo un
prodotto multimediale ma deve assumere una forma narrativa personale con forti connotazioni
emotive che stimoli processi emozionali -riflessivi e di condivisione.
FASI
DI LAVORO PER LA REALIZZAZIONE DST
1-
Cosa si vuole comunicare? A chi? Perché?
2-
Scelta e analisi delle disponibilità
delle risorse umane e tecnologiche
3-
Scelta del genere e stesura della
sceneggiatura:
(visual portrait = trama che può avere la
struttura canonica della fiaba di Propp (Equilibrio,
squilibrio,equilibrio)es:inizio si pone
un quesito, nel mezzo c’è il climax (tensione/allentamento) fine = punto fermo
nel corso degli eventi.,pag.62[i])
Storyborad
tecnico
Riprese
video,foto ecc.,
montaggio + audio e sonoro
montaggio + audio e sonoro
4- Diffusione video e feedback
I 7 elementi di Lambert per un
efficace DST:
1-
Punto di vista personale conferisce
autenticità a ciò che vedono (meglio narratore in 1 pers.)
2-
Struttura narrativa che possa
sorprendere ponendo domande e fornendo risposte (non banali)
3-
Contenuti emotivi coinvolgenti
4-
Uso della propria voce nella narrazione
5-
Colonna sonora adeguata
6-
Economia della narrazione dire molto con
poco
7-
Ritmo adeguato nelle modalità narrativa
Max 4/5 min di durata
facendo “pulizia” di materiali per evitare il sovraccarico cognitivo (pag.67[ii])..,
Queste sono le
indicazioni da applicare in generale.. Se decidiamo invece il target bambini
(ovviamente dell’elementari.., meglio dalla 3) Genere = favola, per quanto
riguarda il narratore (fondamentale in una storia con il classico c’era una volta si può optare anche per
un personaggio di fantasia, fumettistico, cartoon che li accompagna in questo
viaggio se è possibile inserirlo in fase montaggio?!) la struttura narrativa
come ogni favola che si rispetti deve sorprendere,incuriosire ecc., utilizzerei
oltre ad alcune delle nostre foto e spezzoni di video (selezionate dal blog )
molti elementi fumettistici punti interrogativi, esclamativi ecc., la colonna
sonora è un po’ da cartone animato, con effetti sonori ecc., come ogni favola che si rispetti un lieto fine che
stimoli però a riflettere su quanto visto sulla RA. Il montaggio sarà
sicuramente la fase più delicata e credo che Max sia l’unico tra noi (correggetemi
se mi sbaglio!) che abbia più competenza in materia..che dici Max, si possono
tagliare i video del blog, inserire
personaggini e robe in stile fumetto compreso musichette e stacchetti ecc.,
stile cartone o diventa moolto problematico? Perché per fare un prodotto vicino
ai bimbi questi elementi sono
fondamentali. Come fondamentale è anche la voce narrante.
Sarebbe ovviamente interessante
anche diffondere il video ed avere un feedback (che potrebbe essere anche un
breve questionario/gioco che i bimbi devono fare dopo aver visto il video) Ma
intanto pensiamo al progetto, la sperimentazione è cmq successiva!! La cosa
positiva dei bimbi è che tutto per loro può essere una meravigliosa avventura e
questo gioca a nostro favore!:)anche se ovviamente non è per niente semplice
..se avete comunque idee anche su altri target ecc., confrontiamoci...
Tatiana
23.11.12
...Scrivendo la storia ci siamo resi conto che il target elementari erano troppo piccoli per questo tema (ci
toccava censurare un sacco di materiale trovato e semplificare troppo..quindi abbiamo alzatol’età del nostro target ai preadolescenti (11-13) ..che sono bambini
ma non troppo! In linea di massima le caratteristiche principali della favola
riassunte precedentemente rimangono, senza però dover selezionare e
semplificare troppo. Riassumiamo:GENERE- Favola narrata in prima pers. da un
personaggio di fantasia, fumettistico, robot, cartoon ecc., che li accompagna e/o dai ragazzi stessi.La
struttura narrativa come ogni favola che si rispetti deve sorprendere, incuriosire ecc., il
materiale utilizzato saranno alcuni spezzoni delle nostre foto e video
ecc.,(selezionate dal blog )molti elementi fumettistici; punti interrogativi,
esclamativi ecc., idem per la colonna sonora e gli effetti sonori in stile
cartoon e fumetto ecc., poi come ogni favola un lieto fine che stimoli però a
riflettere su quanto visto sulla RA ed a dare un feedback.
Questo progetto di DST,
rappresenta il primo di una lunga serie d’interventi che inseriti in un
contesto scolastico potrebbero essere impiegati come metodologia didattica per
l’acquisizione di conoscenze tecnologiche e strumenti d’investigazione di un
territorio ancora in fase di esplorazione sia per quanto riguarda in specifico
la RA che l’interazione con gli altri “new media”. Il progetto potrebbe essere ulteriormente
sviluppato applicando il DST come pratica culturale con i ragazzi che attori e
co-produttori di se stessi si avvicinano gradualmente al mondo e alle numerose applicazioni
della RA. Costituirà inoltre un campo di osservazione della modalità di
fruizione e d’uso dei media da parte dei giovani che potranno sperimentare
queste applicazioni, ed essere a loro volta portatori, e narratori di
conoscenza dando un feedback in autonomia e raccontando, se lo desiderano, la loro
esperienza personale con la RA nel nostro blog, diventando quindi a loro volta
creatori di nuovi contenuti e linguaggi. L’esperienza è progettata per non esaurirsi
con il DST e il questionario/gioco ma per stimolare la loro curiosità e farli
interagire con la RA anche nelle occasioni di vita quotidiana senza rinunciare
però nello sviluppo e pratica del DST, a far leva su quell’universo simbolico
ancora infantile che l’età richiede, attingendo quindi dal mondo meraviglioso
della favola per far comprendere in maniera più semplice, esaustiva e
divertente il significato che le nuove tecnologie rivestono..."
Tatiana
Tatiana
[i] Corrado
Petrucco, Marina De Rossi, Narrare con il digital storytelling a scuola e
nelle organizzazioni, Roma, Carocci editore, 2009.
[ii] Ibidem,p.67
iii Tale fascia di età è ritenuta da diversi autori
[Livingstone,Ito,Gambardella,Hengst]la più significativa per il rilevamento dei
consumi mediatici, in particolare dei nuovi media(diversamente dall’infanzia il
cui consumo è legato maggiormente all’uso della TV)
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